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Prima e dopo: in che modo la guerra a Gaza ha influito sulla capacità dell’UNRWA di sostenere i palestinesi?
07 Novembre 2024
Oltre a portare aiuti di emergenza a chi vive nei Territori palestinesi occupati, l’UNRWA, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, fornisce anche una serie di servizi cruciali. A Gaza, la guerra che dura da un anno ha seriamente minacciato la fornitura di questi servizi cruciali
Aiuti d’emergenza: colpiti drasticamente
Prima della guerra:
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Secondo le stime, oltre un milione di rifugiati palestinesi viveva in condizioni di assoluta povertà, il che significa che non poteva soddisfare i bisogni alimentari più elementari.
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Quelli che vivono a Gaza hanno lottato per affrontare la vita sotto il blocco aereo, terrestre e marittimo imposto da Israele per 15 anni.
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Per alleviare le condizioni, l’UNRWA ha fornito assistenza alimentare e medica e trasferimenti in denaro.
Dopo lo scoppio della guerra:
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La capacità dell’UNRWA di fornire qualsiasi tipo di aiuto è stata drasticamente colpita. Ciò non è dovuto alla mancanza di aiuti disponibili, ma piuttosto alle restrizioni di accesso imposte dalle autorità israeliane, che impediscono all’UNRWA di distribuire le forniture.
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Il capo dell’agenzia, Philippe Lazzarini, ha annunciato nell’ottobre di quest’anno che circa 30 camion umanitari entravano a Gaza ogni giorno – appena il sei per cento della quantità di forniture commerciali e umanitarie consentite prima della guerra.
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Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), quasi la metà della popolazione non ha a disposizione i 15 litri d’acqua al giorno a persona, per bere, cucinare e per l’igiene.
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La minaccia di malattie è presente a Gaza, poiché le condizioni di vita continuano a deteriorarsi.
Sanità: appesa a un filo
Prima della guerra:
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L’UNRWA fornisce assistenza sanitaria primaria completa ai rifugiati palestinesi da oltre 60 anni.
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A Gaza erano presenti 22 centri sanitari, con cliniche e laboratori, assistenza sanitaria materna personalizzata e servizi di pianificazione familiare.
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Consulenti psicosociali erano presenti in diverse scuole di Gaza e cliniche per le esigenze educative speciali in alcuni centri sanitari per aiutare i bambini a gestire ansia, angoscia e depressione.
Dopo lo scoppio della guerra:
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Dal 7 ottobre, gli ospedali sono stati più volte presi di mira dall’esercito israeliano. Negli ultimi giorni, l’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, è diventato una “zona di guerra assediata”, secondo le parole di Adele Khodr, alto funzionario del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF). “Neonati vulnerabili e bambini malati e feriti che necessitano di cure intensive vengono uccisi nelle tende, nelle incubatrici e tra le braccia dei loro genitori”, ha dichiarato martedì. “Il fatto che questo non abbia galvanizzato abbastanza la volontà politica di porre fine alla guerra rappresenta una crisi fondamentale della nostra umanità”.
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L’Agenzia ha svolto un ruolo chiave nella campagna di vaccinazione antipolio tra le agenzie, vaccinando circa 560.000 bambini in tutta la Striscia durante il primo ciclo e circa 545.000 durante il secondo ciclo.
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Migliaia di bambini, tuttavia, restano fuori portata e i continui ordini di sfollamento e i bombardamenti di Israele hanno comportato gravi ritardi e ostacoli.
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L’UNRWA è comunque riuscita a mantenere operativi otto dei suoi centri sanitari e, nonostante le condizioni estremamente pericolose in cui devono operare – ci sono stati oltre 500 attacchi contro operatori sanitari, pazienti, ospedali e altre infrastrutture mediche – le équipe mediche dell’UNRWA sono comunque riuscite a fornire circa 6,2 milioni di consultazioni di assistenza sanitaria primaria nell’ultimo anno, rispetto ai quasi 2,6 milioni dell’anno precedente.
Educazione: Un anno perso
Prima della guerra:
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Il programma educativo dell’UNRWA a Gaza era il più grande tra quelli gestiti dall’agenzia, con 284 scuole che operavano in 183 strutture educative nella Striscia, con oltre 10.500 addetti all’istruzione, che servivano circa 300.000 studenti registrati.
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Sebbene l’UNRWA non abbia il mandato di modificare i programmi di studio o i libri di testo (che sono una questione di sovranità nazionale), l’agenzia si impegna a garantire che ciò che viene insegnato nelle scuole che gestisce aderisca ai valori e ai principi delle Nazioni Unite.
Dopo lo scoppio della guerra:
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L’UNRWA ritiene che i bambini nella Striscia non abbiano uno spazio sicuro per imparare ma, nonostante i pericoli, l’agenzia rimane impegnata a fornire opportunità educative e, ad agosto, ha lanciato un programma per fornire “spazi di apprendimento” per fornire assistenza di base, comprese attività ricreative e di apprendimento. Circa 9.500 bambini, di cui il 60% ragazze, hanno beneficiato di queste iniziative in 36 rifugi dedicati in tutta Gaza.
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Quasi l’85% delle scuole dell’agenzia sono state colpite o danneggiate durante la guerra, alcune più volte. Alcune sono state rase al suolo e molte sono state gravemente danneggiate. La maggior parte di esse veniva utilizzata come rifugio per gli sfollati, tra cui molti bambini, quando sono state colpite.
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Di conseguenza, i bambini di Gaza hanno completato solo sei settimane delle 38 settimane dell’anno scolastico 2023-2024. In sostanza, hanno perso un anno di istruzione.
Sviluppo economico: Ritorno ai livelli del 1955
Prima della guerra:
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Nel corso degli anni, l’UNRWA ha avviato programmi per incrementare lo sviluppo economico sostenendo gli imprenditori, aiutando le donne a entrare nel mondo del lavoro e dando potere alle persone con disabilità.
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Il dipartimento di microfinanza dell’agenzia offre alle persone povere o emarginate la possibilità di creare modi sostenibili di generare reddito, estendendo il credito a coloro che altrimenti non avrebbero accesso ai prestiti.
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Nel 2020, l’UNRWA ha istituito il Centro servizi informatici. Esso serve per affrontare la disoccupazione, aiutare i rifugiati palestinesi ad accedere alle opportunità del settore digitale. Inoltre, serve per avviare le loro carriere.
Dopo lo scoppio della guerra:
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La guerra a Gaza ha duramente colpito queste e altre iniziative. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato alla fine di ottobre, lo sviluppo economico di Gaza e della Cisgiordania ha subito un ritardo di quasi 70 anni (equivalente ai livelli del giugno 1955).
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“Le nostre valutazioni servono a lanciare l’allarme su milioni di vite che vengono spezzate e su decenni di sforzi per lo sviluppo che vengono spazzati via”. dichiara Rola Dashti, direttore esecutivo della Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale (UNESCWA)
Campi profughi: Sotto attacco
Prima della guerra:
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I programmi dell’UNRWA volti a migliorare le condizioni di vita dei rifugiati palestinesi esistono da molti anni. Essi hanno portato alla costruzione di centinaia di unità abitative e allo sviluppo di strutture fognarie e di drenaggio.
Dopo lo scoppio della guerra:
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Nell’ultimo anno, le operazioni militari, i combattimenti e l’escalation di violenza hanno danneggiato o distrutto, secondo le stime, il 66% di tutti gli edifici di Gaza. Inoltre, hanno devastato i campi profughi densamente popolati. Secondo i dati delle Nazioni Unite, sono state colpite in totale 227.591 unità abitative.
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Ad esempio, gli attacchi hanno colpito più volte il campo profughi di Jabalia. A giugno, l’UNRWA ha riferito di scene “orribili” di devastazione nel campo. A novembre di quest’anno, diversi attacchi hanno raso al suolo due edifici residenziali, dove vivevano centinaia di persone, uccidendo oltre 50 bambini.
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I sistemi fognari e di smaltimento dei rifiuti sono a un punto di rottura. Muhannad Hadi, coordinatore residente delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati, descrive la vista di centinaia di persone senza accesso ai servizi igienici e strade coperte di rifiuti e liquami. Visitò Gaza City il 5 Novembre.
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