Le persone costrette a fuggire dalle loro case in Ucraina sperano ancora di tornare mentre l’incertezza incombe dopo 1.000 giorni di guerra totale
21 Novembre 2024
Oggi, mentre segniamo la triste pietra miliare di 1.000 giorni di guerra su larga scala in Ucraina, con attacchi ininterrotti e un inverno rigido che incombe, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sottolinea la centralità delle voci dei rifugiati e degli sfollati interni dell’Ucraina nelle discussioni sul loro futuro.
Attualmente sono più di 6,7 milioni i rifugiati ucraini che hanno cercato protezione internazionale – la maggior parte dei quali in Europa – oltre a più di 3,7 milioni di persone che rimangono sfollate all’interno del Paese.
L’incertezza cresce con il protrarsi dell’invasione e della guerra da parte della Russia, ma la maggior parte degli ucraini costretti a fuggire continua a pianificare e sperare di tornare a casa un giorno, secondo i risultati sintetici dell’ultimo rapporto dell’UNHCR Lives on Hold: Intentions and perspectives of refugees, refugee returnees and internally displaced people from Ukraine. Il sesto rapporto di questo tipo si basa su interviste condotte nei mesi di luglio e agosto di quest’anno con oltre 11.150 famiglie, tra cui quasi 5.000 famiglie di rifugiati in Europa, circa 4.700 famiglie di sfollati interni e oltre 1.500 famiglie di rifugiati rimpatriati in Ucraina.
Complessivamente, il 61% dei rifugiati ucraini e il 73% degli sfollati interni intervistati ha ancora intenzione e speranza di tornare a casa un giorno. Come nelle precedenti tornate di questa indagine, il principale ostacolo al ritorno rimane l’insicurezza prevalente in Ucraina, dato che gli attacchi continuano quotidianamente.
Anche le preoccupazioni relative alle opportunità di lavoro e all’accesso all’alloggio sono citate come fattori chiave che influenzano le decisioni di rimpatrio.
Come nelle precedenti indagini, una percentuale significativa di rifugiati ucraini (circa il 60%) ha dichiarato che potrebbe essere costretta a tornare, anche se non è la scelta preferita a causa della guerra in corso, se dovesse incontrare difficoltà nell’accedere al sostegno necessario nei Paesi ospitanti. Questa è una preoccupazione particolare per le famiglie con esigenze e vulnerabilità specifiche. Ciò è confermato dal fatto che la maggior parte dei rifugiati rimpatriati intervistati in Ucraina era costituita da persone anziane, famiglie con un solo capofamiglia o nuclei familiari con livelli di istruzione più bassi e con possibilità limitate di vivere come rifugiati nelle comunità ospitanti.
Le principali raccomandazioni del rapporto includono:
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Poiché i problemi di sicurezza impediscono alla maggior parte dei rifugiati e degli sfollati interni di tornare nei loro luoghi d’origine in Ucraina, i Paesi e le comunità ospitanti hanno bisogno di un sostegno continuo per promuovere l’autosufficienza dei rifugiati e degli sfollati interni e garantire l’accesso alla protezione sociale e all’assistenza per i più vulnerabili.
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I rifugiati e gli sfollati interni devono essere continuamente aiutati a prendere decisioni libere e informate sul futuro. Per questo motivo, all’inizio di quest’anno l’UNHCR ha lanciato la piattaforma Ukraine is Home (L ‘Ucraina è casa) , che fornisce informazioni obiettive su argomenti chiave importanti per decidere i passi successivi.
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I rifugiati che hanno deciso di rientrare dovrebbero essere sostenuti nella ricerca di opportunità di lavoro e nell’accesso ai risarcimenti e all’assistenza per riparare le case danneggiate o alle opzioni abitative a prezzi accessibili, nonché ai servizi di base, ed essere pienamente inclusi negli sforzi di ripresa dell’Ucraina.
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Sebbene non si prevedano rientri su larga scala nel prossimo futuro e prima dell’inverno, non si può sopravvalutare l’importanza di affrontare le principali barriere che ostacolano i rientri volontari, dignitosi e sostenibili, come riportato dai rifugiati e dagli sfollati interni nell’indagine. Questo aspetto dovrebbe essere prioritario nei piani e nei programmi di ripresa, ricostruzione e sviluppo in Ucraina.
“Le prospettive e i punti di vista dei rifugiati e degli sfollati interni dell’Ucraina devono plasmare il loro futuro. Attraverso regolari sondaggi sulle intenzioni, l’UNHCR si assicura che le loro esperienze e aspirazioni guidino risposte basate su dati concreti sia nei Paesi ospitanti che in Ucraina”, ha dichiarato Philippe Leclerc, Direttore regionale dell’UNHCR per l’Europa. “Il popolo ucraino ha già sopportato molto e sta dimostrando una notevole capacità di recupero e dignità. Non possiamo permettere che affrontino da soli il terzo e probabilmente il peggiore inverno di guerra su larga scala”.
L’UNHCR, insieme alle autorità e ai partner, continua a impegnarsi per aiutare gli ucraini che sono stati costretti a fuggire e quelli che hanno deciso di tornare alle loro case, con riparazioni di case, assistenza in denaro, sostegno psicosociale, assistenza legale per aiutare a ripristinare documenti vitali e accedere ai servizi, e aiuto per accedere a opportunità di lavoro.
All’interno dell’Ucraina, l’UNHCR ha fornito assistenza umanitaria e servizi di protezione a 4,3 milioni di persone nel 2022, 2,63 milioni nel 2023 e più di 1,2 milioni di servizi erogati finora nel 2024.
Tuttavia, la necessità di ulteriore supporto rimane urgente con l’arrivo dell’inverno, con la neve e le notti gelide che aggravano la crisi umanitaria. Gli attacchi in corso causano vittime tra i civili, feriti e danni alle abitazioni, ma interrompono anche le forniture vitali di elettricità, riscaldamento e acqua, aggravando le difficoltà.
L’UNHCR invita la comunità internazionale a continuare a sostenere la popolazione ucraina – ovunque si trovi – e a rispettare le intenzioni e le speranze di tornare a casa, basate su decisioni individuali libere e informate.
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