Sudan: Il presidente dell’Assemblea Generale sollecita un’azione collettiva

© UNICEF/Mohamed Zakaria

Il Presidente dell’Assemblea Generale sollecita un’azione collettiva in Sudan mentre la crisi si aggrava

27 Novembre 2024

Rivolgendosi all’Assemblea Generale martedì, il Presidente Philémon Yang ha chiesto un’azione collettiva urgente per affrontare la crisi umanitaria in Sudan e ha sottolineato la responsabilità condivisa degli organismi delle Nazioni Unite per salvaguardare la pace e la sicurezza globale.
Il Presidente è intervenuto nel corso di una riunione dell’Assemblea, convocata in risposta al veto esercitato dalla Russia nel Consiglio di Sicurezza all’inizio del mese.
Il voto negativo del membro permanente del Consiglio ha impedito l’adozione di una bozza di risoluzione che avrebbe rafforzato le misure di protezione dei civili e aumentato l’accesso umanitario in Sudan.
Il Paese è in caduta libera da quando, lo scorso aprile, è scoppiata la brutale lotta per il potere tra le forze armate rivali – le Forze armate sudanesi (SAF) e le Forze di supporto rapido (RSF).
In tutto il Paese, più di 11,8 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case, secondo i dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR. Più di 3,1 milioni di loro hanno cercato rifugio nei Paesi vicini, scatenando una crisi regionale.
La pace, una responsabilità condivisa
Il Presidente dell’Assemblea Yang ha ribadito la responsabilità condivisa del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale di lavorare in collaborazione per salvaguardare la pace e rafforzare la sicurezza collettiva.
Ha espresso “grave preoccupazione” per il crescente uso del potere di veto nel Consiglio dal 2022, facendo riferimento alla risoluzione 77/262 dell’Assemblea Generale.
Tale risoluzione, tra l’altro, incarica il Presidente dell’Assemblea Generale di convocare una riunione dell’organismo di 193 membri per discutere la situazione in cui è stato posto il veto.
“Questa tendenza allarmante evidenzia, ancora una volta, l’urgente necessità che l’Assemblea Generale prenda l’iniziativa su questioni critiche di pace e sicurezza quando il Consiglio di Sicurezza si trova paralizzato e incapace di adempiere al suo mandato fondamentale”.
L’escalation della crisi in Sudan
Yang ha richiamato l’attenzione sul deterioramento della situazione in Sudan, dove 19 mesi di conflitto hanno lasciato quasi l’80% dei centri sanitari nelle aree colpite non funzionanti, e il tributo umanitario è stato aggravato dalle crescenti segnalazioni di violazioni dei diritti umani, compresa la violenza sessuale.
“Questa sofferenza deve finire”, ha dichiarato, chiedendo un dialogo immediato, la cessazione delle ostilità e una risoluzione sostenibile del conflitto.
Ha inoltre esortato la comunità internazionale a non lasciare che la crisi “passi in secondo piano” rispetto ad altri conflitti globali.
“È ugualmente tragica, ugualmente urgente e richiede un’azione. Esorto il Consiglio di Sicurezza ad assumersi le proprie responsabilità e ad adempiere al suo mandato di sostenere la pace e la sicurezza internazionale”.
Gli sforzi umanitari delle Nazioni Unite
Nel frattempo, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha riferito che gli sforzi di aiuto continuano nonostante le immense sfide.
Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) sta consegnando forniture cruciali al campo di Zamzam, nel Darfur settentrionale, dove la carestia è stata dichiarata quasi quattro mesi fa. Un convoglio è arrivato venerdì scorso con assistenza alimentare vitale, dopo essere entrato in Sudan attraverso il valico di frontiera di Adre.
Un secondo convoglio diretto a Zamzam da Port Sudan ha percorso 1.400 chilometri (circa 870 miglia) in due settimane, affrontando terreni impervi, posti di blocco armati e zone di conflitto.
“Ora si trova a 300 chilometri da Zamzam. L’ultima parte di questo lungo e pericoloso viaggio è la più rischiosa e insicura”, ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq ai giornalisti durante il consueto briefing presso la sede delle Nazioni Unite, a New York.
Mangiare gusci di arachidi per sopravvivere
“Le famiglie di Zamzam sono ricorse a misure estreme per sopravvivere, perché il cibo scarseggia. Mangiano gusci di arachidi schiacciati, tipicamente usati per nutrire gli animali, e in tutto il campo i genitori piangono la morte dei figli malnutriti”, ha aggiunto Haq.
Inoltre, un altro convoglio del PAM è in viaggio da Port Sudan verso Kadugli e Dilling, nel Sud Kordofan, da due settimane.
Haq ha detto che i camion partiranno da Kosti, nello Stato del Nilo Bianco, nei prossimi giorni per l’ultima tappa del viaggio verso le località del Sud Kordofan che hanno ricevuto poca o nessuna assistenza dall’inizio della guerra nell’aprile 2023.
Allo stesso modo, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) ha inviato ulteriori forniture per la salute riproduttiva e la protezione a Kassala e Gedaref, dove sono arrivate le persone in fuga dai combattimenti nello Stato di Al Jazirah (scritto anche Gezira).
Queste forniture sosterranno parti sicuri e la gestione clinica degli stupri e sono sufficienti a soddisfare le esigenze di 240.000 donne e ragazze per tre mesi.
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