OCHA – Un anno di sofferenze inimmaginabili dall’attacco del 7 ottobre
New York/Ginevra, 7 ottobre 2024
È stato un anno di sofferenze inimmaginabili, ha dichiarato oggi l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), in occasione dell’anniversario del giorno in cui Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato l’attacco più letale della storia di Israele – un evento orribile che ha preannunciato la devastazione provocata dalla risposta israeliana.
Il bilancio è impressionante:
Secondo fonti israeliane, sono più di 1.200 gli israeliani e gli stranieri uccisi, compresi i bambini, e quasi 5.500 i feriti.
A Gaza rimangono decine di ostaggi che, secondo quanto riferito, sono stati sottoposti a trattamenti inumani, tra cui violenze sessuali, esposti alle ostilità e a cui è stato negato l’accesso all’assistenza umanitaria o alle visite del Comitato internazionale della Croce Rossa.
Intere comunità israeliane sono state sfollate e vivono sotto la costante minaccia del lancio indiscriminato di razzi.
A Gaza, dove i palestinesi hanno già subito l’impatto di un blocco aereo, marittimo e terrestre durato 17 anni e di ripetuti cicli di ostilità, le operazioni militari israeliane hanno provocato una catastrofe. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, sono più di 41.600 i palestinesi uccisi, molti dei quali donne e bambini, e 96.600 feriti. Altre migliaia di persone sono disperse e si ritiene siano intrappolate sotto le macerie.
Quasi tutta la popolazione di Gaza è stata sfollata, molti di loro più volte, senza un posto sicuro dove andare.
Migliaia di palestinesi sono detenuti arbitrariamente, secondo quanto riferito, sottoposti a torture e altri trattamenti inumani e senza alcuna informazione sulla loro posizione.
I civili devono affrontare privazioni estreme, con accesso limitato o nullo all’assistenza sanitaria, al cibo, all’elettricità o agli aiuti umanitari. I bambini hanno perso un intero anno di istruzione. Le scuole che ospitano le famiglie sfollate sono state ripetutamente bombardate. Gli operatori sanitari e gli ospedali sono sistematicamente attaccati e i convogli di aiuti continuamente bloccati e persino colpiti. In Cisgiordania, l’uso della forza letale da parte delle forze israeliane, insieme alla violenza dilagante dei coloni e alla demolizione delle case, ha portato a un forte aumento delle vittime, a distruzioni diffuse e a sfollamenti forzati.“Nessuna statistica o parola può rendere appieno l’entità della devastazione fisica, mentale e sociale che ha avuto luogo”, ha dichiarato Joyce Msuya, sottosegretario generale ad interim per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza.“Ma sappiamo cosa deve accadere:Gli ostaggi devono essere rilasciati e trattati umanamente.
I civili devono essere protetti e i loro bisogni essenziali devono essere soddisfatti. I palestinesi detenuti arbitrariamente devono essere rilasciati. Gli operatori umanitari devono essere salvaguardati e il loro lavoro deve essere facilitato. I responsabili devono essere chiamati a rispondere di ogni grave violazione del diritto internazionale umanitario. E l’assalto a Gaza deve cessare”.
L’anno scorso Israele ha bloccato l’accesso umanitario a Gaza e al suo interno, paralizzando le operazioni di aiuto. Di conseguenza, una popolazione indebolita è lasciata a combattere contro malattie, fame e morte.
Sono più di 300 gli operatori umanitari, la maggior parte dei quali appartenenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), uccisi a Gaza – più che in qualsiasi altra crisi, rendendo Gaza il luogo più pericoloso per gli operatori umanitari.
Nonostante gli immensi rischi – tra cui la violenza, il saccheggio delle forniture e le difficoltà di accesso – le agenzie umanitarie continuano a fornire aiuti quando e dove possono. Più di 560.000 sono i bambini vaccinati contro la polio durante la prima fase di una campagna di vaccinazione d’emergenza – un esempio di ciò che si può ottenere quando gli operatori umanitari riescono a raggiungere le persone in difficoltà. Ma questi esempi sono pochi.“Sono stati 12 mesi di tragedia inarrestabile: questa situazione deve finire”, ha dichiarato Msuya.“Gli Stati membri devono esercitare la loro influenza per garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani e l’osservanza delle sentenze della Corte internazionale di giustizia.Devono anche lavorare per porre fine all’impunità.Un cessate il fuoco immediato e una pace duratura sono attesi da tempo”.
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