Libano – Le forze di pace italiane donano beni di prima necessità agli sfollati lungo la Blue Line

Dono del Contingente Italiano per il Libano.
UNIFIL Italian peacekeepers donation to the population displaced by the ongoing violence across the Blue Line. Credits: UNIFIL
Libano – Le forze di pace italiane donano beni di prima necessità agli sfollati lungo la Blue Line
(traduzione non ufficiale)
17 Settembre 2024
Dal materiale scolastico ai vestiti, passando per i prodotti per l’igiene e le coperte, le forze di pace italiane dell’UNIFIL hanno recentemente donato una serie di beni di prima necessità alla popolazione sfollata a causa delle violenze in corso lungo la Blue Line.
La donazione, che è un regalo del Comune italiano di Sant’Antioco, è la continuazione di un programma di sostegno lanciato lo scorso maggio dal contingente italiano di UNIFIL in favore della popolazione sfollata.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (UNOCHA) stima che più di 110.000 libanesi siano sfollati dalle aree vicine alla Linea Blu. Migliaia di loro vivono nella città più vicina, Tiro.
Nell’agosto 2017, grazie all’impegno del contingente italiano di UNIFIL, le città di Tiro e Sant’Antioco hanno firmato un accordo di gemellaggio, aprendo le porte alla cooperazione tra loro.
Durante la cerimonia di donazione del 9 settembre, il sindaco di Tiro, Hassan Dbouk, ha dichiarato: “I soldati italiani hanno dimostrato di essere portatori di una cultura di pace e solidarietà che ha toccato il cuore di noi libanesi, dimostrando con le loro azioni sinceri sentimenti di fratellanza”.
In collegamento video dall’Italia, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha fatto eco alle parole di Dbouk.
“Questa donazione ha un significato particolare”, ha detto Locci, aggiungendo che l’accordo di gemellaggio ha aperto la strada al rafforzamento delle relazioni tra le due città mediterranee.
“Ed è proprio sulla base di questo gemellaggio”, ha concluso Locci, ‘che in questo drammatico momento storico ci sentiamo particolarmente vicini alla popolazione di Tiro e del Libano, per la quale abbiamo voluto promuovere questo progetto’.
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