Gaza: Briefing del Vice Coordinatore Speciale per il Processo di Pace in Medio Oriente

Credits: UNDPPA

Non si intravede una fine al “terrore” a Gaza, dichiara un funzionario ONU al Consiglio di Sicurezza

26 novembre 2024

Mentre Gaza è sull’orlo del collasso, un alto funzionario ONU ha rinnovato lunedì gli appelli urgenti per un cessate il fuoco immediato e per interventi volti a fronteggiare la crisi umanitaria.
Rivolgendosi agli ambasciatori del Consiglio di Sicurezza, Muhannad Hadi, vice coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, ha illustrato l’impatto del conflitto, giunto al secondo anno.
“Con l’inverno alle porte, l’orrore a Gaza continua senza alcuna fine in vista,” ha dichiarato.
Iniziato con gli attacchi terroristici dello scorso ottobre da parte di Hamas e altri gruppi armati palestinesi nel sud di Israele, il conflitto avrebbe causato la morte di oltre 44.000 palestinesi e 1.700 israeliani e cittadini stranieri.
Decine di migliaia di persone sono rimaste ferite e più di 100 ostaggi israeliani restano in condizioni disperate a Gaza.
Situazione grave a Gaza
Il Sig. Hadi ha sottolineato l’impatto devastante delle operazioni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nel nord di Gaza, che hanno portato a sfollamenti di massa e numerose vittime, inclusi donne e bambini.
L’assistenza umanitaria è stata gravemente compromessa, con convogli ONU di aiuti essenziali saccheggiati da gruppi armati palestinesi.
Un convoglio ONU di 109 camion carichi di cibo è stato saccheggiato il 16 novembre, con la perdita di 97 camion. Giorni dopo, oltre 20 persone sarebbero state uccise durante operazioni contro i saccheggiatori, guidate dalle autorità di Gaza.
“Gli attacchi contro operatori umanitari e convogli devono cessare immediatamente. La legge e l’ordine devono essere ristabiliti e la popolazione civile deve avere accesso sicuro agli aiuti vitali,” ha detto Hadi.
Escalation di violenza in Cisgiordania
Hadi ha inoltre informato il Consiglio di Sicurezza sull’aumento della violenza in Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est.
Trentadue palestinesi sono stati uccisi durante operazioni di sicurezza israeliane nelle ultime settimane, mentre gli attacchi dei coloni israeliani contro comunità palestinesi, in particolare durante la raccolta delle olive, sono aumentati.
Continuano attacchi con armi da fuoco e veicoli da parte di palestinesi, anche se non sono state segnalate vittime in Cisgiordania o in Israele, ha detto.
Ha aggiunto che Israele ha continuato ad avanzare con gli insediamenti e la demolizione di strutture di proprietà palestinese, con alcuni ministri che ora “chiedono apertamente” l’annessione della Cisgiordania occupata.
“Ribadisco che l’annessione costituisce una violazione del diritto internazionale e deve essere fermamente respinta,” ha osservato.
Impatto sulla regione
Hadi ha anche evidenziato l’impatto del conflitto in Israele, dove i civili continuano a subire attacchi sia da parte di Hamas che di Hezbollah.
“Purtroppo, la situazione rimane grave in tutta la regione. Le operazioni militari israeliane sono continuate lungo la Linea Blu con il Libano, così come il lancio di razzi da parte di Hezbollah verso Israele, inclusa una raffica lo scorso fine settimana,” ha detto.
Ha accolto con favore gli sforzi diplomatici in corso per raggiungere una cessazione delle ostilità e ha esortato le parti ad accettare un cessate il fuoco “ancorato alla piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza.”
Appello per un cessate il fuoco
Hadi ha avvertito che gli sviluppi nei territori palestinesi occupati suggeriscono “un rischio imminente di perdita dei quadri di riferimento” su cui si è operato dal 1967 e 1973, quando il Consiglio di Sicurezza adottò risoluzioni per una pace giusta e duratura.
“Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e una de-escalation delle tensioni nella regione,” ha aggiunto, appellandosi a quadri politici e di sicurezza per risolvere il conflitto israelo-palestinese, porre fine all’occupazione e raggiungere una soluzione a due Stati.
Per prevenire ulteriori escalation, ha invitato la comunità internazionale a rinnovare il proprio impegno per la diplomazia e sostenere misure che garantiscano sicurezza e protezione a lungo termine per israeliani e palestinesi.
“Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco; dobbiamo liberare gli ostaggi; dobbiamo consegnare subito aiuti salvavita in sicurezza,” ha concluso.
Riflessioni finali
Anche Tor Wennesland, Coordinatore Speciale dell’ONU per il Processo di Pace in Medio Oriente, è intervenuto, riflettendo sulle sfide che la regione sta affrontando e sugli sforzi della comunità internazionale per affrontare la crisi in corso.
Ha ribadito l’urgente necessità di un cessate il fuoco a Gaza e della consegna di aiuti umanitari cruciali, riconoscendo al contempo le difficoltà incontrate.
“Abbiamo dimostrazioni sul campo e nel Consiglio di quanto difficile sia questa situazione al momento… Sono profondamente frustrato dalle mie visite a Gaza nel constatare che, nonostante tutti gli sforzi, non è stato possibile fornire aiuti e assistenza nella quantità necessaria per i civili che vivono a Gaza,” ha affermato.
Segnando la sua ultima apparizione a una riunione formale del Consiglio di Sicurezza, il Sig. Wennesland ha ringraziato i membri del Consiglio, il Segretariato ONU e tutti i colleghi per la collaborazione e il supporto.
In conclusione, ha sottolineato la necessità di un impegno internazionale continuo per la ricerca di una soluzione giusta e duratura alla crisi.
Per saperne di più, clicca qui.
https://unric.org/it/