Op-ed in occasione dell’uscita della pubblicazione “Dignity for All: Realizing Social Rights in the EU” – Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani
di Birgit Van Hout, 2 marzo 2021. Twitter: @Birgit_Van_Hout
Scarica l’articolo “Dignity for All”
Il Piano d’Azione del pilastro europeo dei diritti sociali potrebbe portare a un profondo cambiamento nel godimento dei diritti umani nell’UE.
La pandemia e le misure adottate per combatterla hanno condotto molte vite allo sbaraglio. Per milioni di persone nel mondo, il COVID-19 ha portato un’insicurezza prolungata, isolamento e avversità, senza alcuna fine in vista.
Il tasso di povertà globale subirà un probabile aumento per prima volta in 20 anni, rischiando di vanificare i progressi fatti finora. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha chiesto un reset globale mentre il mondo continua a soffrire la pandemia che ha stroncato più di due milioni di vite e circa 500 milioni di posti di lavoro.
In Europa, l’impatto negativo sul diritto alla salute fisica e mentale è stato aggravato dall’eccessivo affidamento alle cure istituzionali di anziani e di persone con disabilità. E coloro che si trovano già in una situazione precaria sono stati colpiti più duramente, comprese le donne e le minoranze.
All’inizio della scorsa settimana, il Consiglio dell’UE ha adottato delle conclusioni su una ripresa post-Covid-19 basata sui diritti umani, riaffermando l’indivisibilità di tutti i diritti umani e ribadendo che una risposta socio-economica con al centro i diritti umani permetterebbe una ripresa più sostenibile e renderebbe i sistemi più resistenti agli shock futuri. Una settimana prima, in una comunicazione congiunta sul multilateralismo tenuta dalla Commissione europea e dall’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, l’impegno dell’UE per i diritti umani è stato presentato non solo come una questione di valori, ma come una componente essenziale del suo sostegno a un ordine internazionale basato sulle regole.
Ma l’impegno deve iniziare a casa—con un approccio basato sui diritti umani al Piano d’Azione, previsto per domani, per attuare il pilastro europeo dei diritti sociali concordato nel 2017.
Un’opportunità senza precedenti
Le aspettative sono alte per il piano d’azione – per migliorare le condizioni di lavoro, affrontare il problema dei senzatetto e rafforzare la protezione sociale. Giustamente, perché la pandemia ha creato un’opportunità senza precedenti per l’UE di innescare un cambiamento sismico nel godimento dei diritti sociali nell’Unione.
Un approccio che mette al centro gli esseri umani e i loro diritti – non come destinatari passivi di servizi, ma come titolari di diritti con potere – è l’unica strada percorribile per una ripresa sostenibile. Il piano dovrebbe essere guidato dai trattati e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani, così come dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
Mentre gli stati, come primi portatori di doveri secondo il diritto internazionale, hanno la responsabilità principale di rispettare, proteggere e adempire i diritti sociali, il ruolo delle istituzioni dell’UE non può essere sopravvalutato. Un approccio basato sui diritti non solo aiuterà a colmare le lacune di protezione per le persone che vivono in Europa, ma rafforzerà anche la coerenza tra i sistemi internazionali, regionali e nazionali. Questo migliorerà la certezza del diritto per gli stati membri e i tribunali nazionali.
Ma non si tratta solo di conformità: i diritti umani internazionali possono perfezionare l’efficacia degli interventi politici. Oltre agli strumenti propri dell’UE, come il Social Scoreboard, i risultati degli organi del trattato delle Nazioni Unite stabiliscono linee guida utili per quanto riguarda la posizione dei paesi in termini di diritti sociali. Come parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali, dopo tutto gli stati membri sono tenuti ad attuare queste norme. In questo senso, il piano d’azione dovrebbe anche riconoscere esplicitamente che un alloggio adeguato e la protezione sociale sono una questione di diritti umani, non una merce o un servizio.
Partecipazione pubblica
È proprio in questo momento di crisi che si rende necessaria una partecipazione pubblica compatta. I titolari di diritti dovrebbero essere posti nelle condizioni di partecipare efficacemente alla realizzazione e revisione del pilastro sociale, soprattutto i rappresentanti dei più emarginati. Per raccogliere informazioni attendibili su chi sono, il piano d’azione dovrebbe chiedere agli stati di raccogliere dati sullo stato socio economico, divisi per età, sesso, razza/etnia, paese d’origine, disabilità, educazione e proprietà.
Per la vicinanza ai cittadini, le autorità locali e regionali dovrebbero essere maggiormente coinvolte nella formulazione di politiche. Le loro opinioni su cosa funziona e cosa no, nel settore sanitario, abitativo od occupazionale, compresa la creazione di posti di lavoro, sono cruciali per la progettazione e implementazione di politiche che funzionino per tutti.
Dovrebbero essere fissati obiettivi quantitativi e qualitativi chiari, accompagnati da un solido sistema di misurazione dei risultati. Esistono già degli indicatori per tracciare e valutare i progressi, relativi ai diritti umani dell’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, oltre a quelli associati agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il piano d’azione dovrebbe anche prevedere strumenti chiari e accessibili al pubblico per monitorare le spese e gli stanziamenti finanziari collegati.
I sostenitori più forti
L’UE e i suoi stati membri sono stati i sostenitori più forti delle istituzioni nazionali per i diritti umani nel mondo e dovrebbero sistematicamente coinvolgerle nel Piano d’Azione. Le istituzioni nazionali per i diritti umani sono organismi incaricati dagli stati e indipendenti dal governo, che danno consigli sulla legislazione, monitorano il rispetto dei diritti umani, sensibilizzano la coscienza pubblica e aiutano gli individui a reclamare i propri diritti. Fanno anche da ponte per il sistema internazionale per i diritti umani.
Allineando le sue politiche interne con la sua visione dell’azione esterna, così come enunciato nel piano d’azione per i diritti umani e la democrazia dell’UE, l’Europa può fungere da esempio. Per il successo del programma sarà essenziale, però, anche la coerenza interna. Da qui, l’importanza di un’attuazione coordinata con varie altre politiche dell’UE tentando di progredire nei diritti sociali ed economici: la strategia sulla disabilità, il piano d’azione contro il razzismo, la strategia per la parità di genere, la garanzia per l’infanzia, la garanzia per i giovani, il quadro strategico per l’uguaglianza e l’inclusione dei rom e la strategia per la parità delle persone LGBTI+ .
Abbiamo davanti a noi la possibilità di colmare i seri divari nel godimento dei diritti sociali in tutta la regione. Se si afferra questa opportunità, ciò porterà a risultati migliori e tangibili nella ripresa dal Covid-19 e, cosa più importante, garantirà una vita più dignitosa per tutti.
Informazioni su Birgit Van Hout
Birgit Van Hout è rappresentante regionale per l’Europa dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR). In precedenza, ha lavorato per promuovere i diritti umani, lo stato di diritto e la democrazia in Guatemala, Timor Est, Bosnia, Asia centrale, Palestina, Venezuela e Togo con vari dipartimenti delle Nazioni Unite, l’Unione Europea e l’Organizzazione per la sicurezza e la Co-operazione in Europa.