COP29: Bambini, conflitti armati e insicurezza climatica

Children in Sudan. Credits: Fabienne Vinet/ OSRSG-CAAC

Bambini, conflitti armati e insicurezza climatica alla COP29: serve un approccio più proattivo

New York, 14 novembre 2024
I leader mondiali si riuniscono a Baku, in Azerbaigian, per la 29a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati (CAAC), Virginia Gamba, ricorda che è fondamentale prestare attenzione alle interconnessioni tra il clima, la pace e la sicurezza e le agende sui bambini e i conflitti armati.
Un anno dopo la pubblicazione di un documento di discussione intitolato “Climate Insecurity Impacts on Children and Armed Conflict”. (Impatto dell’insicurezza climatica sui bambini e sui conflitti armati), è necessario un approccio più proattivo per comprendere meglio e rispondere alle esigenze dei bambini colpiti sia dai conflitti armati che dall’insicurezza climatica. In particolare, lo studio ha confermato il legame tra l’insicurezza climatica e le gravi violazioni del reclutamento e dell’uso della CAAC e la negazione dell’accesso umanitario ai bambini.
“Dal bacino del Lago Ciad alla Siria, dal Mozambico al Myanmar, nel 2024 i bambini sono stati i più colpiti sia dai conflitti armati che dall’insicurezza climatica. Eppure, i bambini colpiti dai conflitti armati sono ancora largamente assenti dalle discussioni in corso su clima, pace e sicurezza. Dobbiamo cambiare il nostro approccio per includere questi bambini, se vogliamo trovare soluzioni inclusive e sostenibili”, ha dichiarato Virginia Gamba, che ha aggiunto: ‘Incorporare una prospettiva climatica nel nostro monitoraggio e nei nostri rapporti rimane fondamentale anche per adattare meglio le nostre azioni per porre fine e prevenire gravi violazioni contro i bambini nei conflitti armati’.
Alcuni Paesi dell’agenda Bambini e conflitti armati stanno sperimentando in prima persona l’impatto amplificato dell’insicurezza climatica. Tra questi c’è la Nigeria. Dal 2009 numerose scuole sono state chiuse a causa del conflitto armato. Le inondazioni amplificano l’impatto del conflitto sull’istruzione. In Siria, i bisogni umanitari continuano ad aumentare a seguito di anni di conflitto ma anche di recenti shock climatici, come siccità, ondate di calore e crisi idrica. Nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, i bambini hanno sperimentato l’insicurezza dovuta sia al conflitto armato che ai fattori di stress legati al clima e, di conseguenza, sono stati sfollati più volte, come illustrato in dettaglio nello studio dello scorso anno.
Il Rappresentante speciale invita tutti i leader a non trascurare i bambini colpiti dai conflitti nelle loro discussioni su clima, pace e sicurezza, ma anche nei loro impegni finanziari a sostegno di soluzioni sostenibili sia per la pace che per il clima. “In un contesto in cui il CAAC è spesso sottofinanziato nelle risposte umanitarie, sostenere un finanziamento flessibile per la risposta alle emergenze che tenga conto sia dei bambini colpiti dai conflitti armati che della pace e della sicurezza climatica può avere un effetto moltiplicatore e fornire soluzioni sostenibili a questioni diverse ma strettamente collegate. Continueremo a sottolineare questi collegamenti”, ha aggiunto Virginia Gamba.

 

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